Per i molti che credono sia una buona idea trasferirsi nella Penisola Iberica, per tutte le persone che mi chiedono se c’è lavoro e in generale per tutti quelli che, prima di trasferirsi in un paese nuovo, non danno uno sguardo a quello che è il panorama socio-economico e politico del paese. Resoconto drammatico sulla attuale situazione economica in Spagna.
La riforma del lavoro spagnola ha compiuto un anno dalla sua approvazione e gli studi e le statistiche sull’andamento del lavoro in Spagna sono da non credere. Ci si aggira più o meno sugli 850.500 posti di lavoro in meno e 691.700 di disoccupati. La riforma sul lavoro aveva come obbiettivo principale una maggiore flessibilità interna, il contenimento dei salari e la riduzione della giornata lavorativa, con la previsione di aumentare la contrattazione di tipo indefinito e ridurre i contratti temporali. Ma purtroppo le cose non sono andate così. Miguel Angel Garcia Diaz responsabile del Gabinetto Economico delle Commissioni Obreras afferma che infatti la riforma del lavoro ha allontanato ancora di più le posizioni e le relazioni tra lavoratori e impresari. La occupazione è calata negli ultimi 12 mesi in modo esorbitante interessando tutti i gruppi di persone e coinvolgendo tutte le età, specialmente da i 25 ai 29 anni. Catalunya che è una delle ragioni con meno problemi, per la presenza di industrie e per il forte settore turistico, conta 902.330 disoccupati. Questo forse il risultato, oltre della crisi generale dell’Europa, anche dei tre anni di austerità. In questa settimana infatti la ricetta di austerità cominciata nel 2010 da Zapatero compie tre anni precisi. Varie misure per la regolazione delle spese e l’aumento delle tasse che non solo hanno visto precipitare gli indicatori economici ma non hanno in nessun modo favorito la crescita. L’austerità si è mossa in due direzioni:la riduzione dei diritti e l’aumento delle tasse, tramite la crescita dell’IVA e la tassa aggiuntiva sull’IRPF approvata dal Partito Popolare nel 2011 e nel 21012, con continui tagli della spesa pubblica. Oggi il debito è maggiore così come anche il deficit, ci sono più di 6,2 milioni di disoccupati, quasi due milioni in più dell’inizio della manovra.
Non continuo aggiungendo dati che continuano a vedere numeri elevati e relative condizioni economiche più che preoccupanti. Dopo tre anni di austerità la Spagna è più povera, indebitata e in recessione e purtroppo il cammino verso la fine della crisi è ancora lontano.
Annalisa Pellegrino |
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