STORIE DI DONNA: ROBERTA DI CAMERINO - 04/06/2013 - ANNA
Storia di una donna, Roberta di Camerino, e dei suoi accessori, che hanno conquistato i mercati internazionali


Roberta di Camerino, all’anagrafe Giuliana Coen Camerino, stilista italiana, ha creato la griffe che porta il suo nome. Sin dall’inizio ha acquisito notorietà internazionale per la produzione di tailleur, foulard, cinture e le famose borse in velluto a righe e rigoni verdi rossi e blu, decorate con oro e stemmi. Tali borse sono state protagoniste della moda degli ultimi anni evocando storie, personaggi, emozioni. Come la mitica borsa che deve il suo nome al celebre Bagonghi, pseudonimo usato per i nani dei circhi, e che, fotografata nel 1956 al braccio di Grace Kelly, ha fatto il giro del mondo. Come fosse lei a decidere a chi accompagnarsi: sempre segnalata dai cronisti mondani con le sue ultime fan, da Elsa Maxwell, a Liz Taylor, a Gina Lollobrigida, a Isabella Rossellini.
Senza dimenticare la borsa Caravel sfoggiata in tante occasioni da Madonna in anni più recenti. Voleva cambiare le regole della moda. Riuscirà a farlo per le borse usando l'artigianato di Venezia, intrecciato a quel gusto neobarocco che sarà la sua cifra distintiva. I famosi velluti a lavorazione sopra pizzo orditi al buio da antichi telai e fino ad allora utilizzati solo nel campo dell'arredo e dell'abbigliamento ecclesiastico vengono declinati per la prima volta da Giuliana Coen nei nuovi colori dei suoi accessori, mentre le chiusure e le borchie sono create dagli specialisti degli ottoni delle gondole. Oggetti unici, che la stampa internazionale chiama invenzioni, perché niente di simile è stato mai fatto prima, come la borsa a strisce di pelle sottili come stringhe da scarpe, intrecciate e lavorate a telaio. La maggior parte di queste borse furono da lei ideate durante il periodo trascorso in Svizzera negli anni del conflitto mondiale, dove, dalla natìa Venezia, aveva trovato riparo insieme alla famiglia - di religione ebraica - per sfuggire alle persecuzioni. Tornata nel capoluogo veneto nel 1945, aprì un piccolo laboratorio, reinserendo ragazze emarginate nel mondo della sartoria. Il logo dell'azienda è rappresentato da una cintura intrecciata che forma una lettera R maiuscola. Poco più di dieci anni dopo, nel 1956 fu premiata con l'Oscar della moda, il Neiman Marcus Award, mentre è del 1963 la sua prima sfilata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze.
Gli anni Settanta sono contrassegnati dalla conquista di numerosi riconoscimenti e da un accordo commerciale con la Mitsubishi Corporation per l'esclusiva in Giappone delle linee aziendali. Nella decade successiva, il Whitney Museum of America Art dedica a Roberta di Camerino una retrospettiva con i suoi disegni. Nel 1981 la stilista è autrice, insieme a Marco Mascardi, di una autobiografia intitolata R come Roberta e pubblicata da Arnoldo Mondadori Editore. "La borsa si sta elevando dal rango di accessorio a quello di capo di vestiario. È sempre meno casuale, rifugge dallo standard, non tollera l'anonimato. Il merito della rivalutazione della borsetta è della Signora Giuliana Camerino, che accumula premi, Oscar, riconoscimenti per aver creato e continuato a creare le più belle borse del mondo", scrive Camilla Cederna su L'Espresso nel 1959. Ma il marchio Roberta di Camerino è famoso in modo trasversale, tanto da arrivare nel 1987 sulle pagine di Topolino. Mickey Mouse recupera i disegni della più celebre stilista di Topolina: Ruperta di Canarino e finisce sul Topo VOG, grazie al look che gli consiglia la famosa Ruperta. La griffe prosegue con una produzione di accessori fino al giugno 2008, quando viene acquisita dal Sixty Group di Vicky Hassan e Renato Rossi. La grande stilista è deceduta all'Ospedale Civile di Venezia l'11 maggio 2010, dopo essere stata colpita da malore mentre si trovava sulla sua barca in Istria. 

Anna Pugliano
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