Hai studiato per anni? Ti sei spaccato la schiena sui banchi dell'università? Hai fatto male!
Il nuovo decreto del 28 Giugno 2013 emesso dal governo delle larghe intese stanzierà infatto circa 794 milioni di euro per agevolare le aziende ad assumere a tempo indeterminato giovani di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, che non lavorino da almeno 6 mesi, vivano da soli o con persone a carico e siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale.
Gli incentivi della durata di 18 mesi che si riducono a 12 mesi per i contratti a tempo indeterminato, sono pari al 33% della retribuzione che non può superare i 650 euro al mese per lavoratore per i 4 anni dal 2013 al 2016.
Per i laureandi sono invece previsti dei tirocini trimestrali, lo Stato ha stanziato circa 10,6 milioni di euro, gli studenti riceveranno circa 200 euro dallo Stato e altrettanti dall'azienda presso la quale eserciteranno il tirocinio.
Viene inoltre diminuito il lasso di tempo tra un rinnovo e l'altro dei contratti a tempo determinato, si passa dai 60-90 giorni stabiliti dalla Riforma Fornero, ai 10-20 giorni previsti dal decreto emesso da questo governo di "Larghe Intese".
Questo decreto, però sembra voler colpevolizzare il fatto di avere studiato, di avere una famiglia, sebbene non abbiente e di trovarsi in quell'età ancora giovane ma non giovanissima compresa tra i 30 e i 40 anni.
Risultato inevitabile e' la morte della meritocrazia, poichè l'azienda si vedrà incentivata ad assumere non il giovane che merita di più per competenze e conoscenze, ma quello che l'erario gli sovvenziona come più povero ma anche, suo malgrado, come più ignorante..
Rivolto principlamente a risanare la disoccupazione giovanile nelle regioni del Mezzogiorno con lo stanziamento
di circa 100 milioni di euro per il 2013, 150 milioni per il 2014 e 2015 e 50 milioni per il 2016, questo decreto non risponde in realtà all'emergenza sociale riguardante tutto il paese.
E' tuttavia interessante sottolineare che mentre il mercato del lavoro giovanile è sempre più rivolto verso la flessibiltà e la trasversalità, il sogno dei giovani italiani nel 84% nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni rimane ancora quello di avere il tanto agognato posto fisso.
Lo rivela una recente ricerca condotta dall'ISPO (Istituto di ricerca sociale con sede a Milano) capitanata dal professor Renato Mannheimer che fa emergere proprio come il contratto a tempo indeterminato sia l'obiettivo principale, anche a costo che sia meno redditizio .
Solo il 4% degli intervistati ha l'obiettivo di fare carriera e di accrescere le proprie competenze.
Ad ogni modo se ci fosse un Welfare in grado di sostenere i giovani italiani tra un contratto ed un altro nel tentativo di accrescere i loro obiettivi e mettere a frutto quanto imparato all'unversità, anche i sondaggi cambierebbero in merito, rivelando le caratteristiche di un popolo di giovanni pronto a mettersi in gioco in egual maniera rispetto ai colleghi europei.
Silvia Dell'Abate |
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