Continuano a giungere notizie preoccupanti dal mercato del lavoro. Secondo gli ultimi dati Istat il tasso di disoccupazione in Italia ha ormai raggiunto il 12% con picchi al Sud dove le donne disoccupate sono ben il 51%. La Calabria detiene lo spiacevole primato del tasso di disoccupazione più elevato in Italia seguita da Campania e Puglia. Estremamente grave è soprattutto la situazione dei giovani il 39% dei quali non riesce a trovare lavoro nel nostro paese. Nonostante la nostra si presenti come una generazione qualificata il tasso di occupazione è mortificante. Tutto questo non fa bene ai giovani e tanto meno alla società. Le nuove generazioni non hanno la possibilità di intraprendere un percorso di vita autonomo senza dover essere vincolati al supporto economico delle famiglie e lo stato non usufruisce del patrimonio creativo e culturale che ha a disposizione andando ad arricchire di queste risorse altri paesi dove i giovani trovano migliori opportunità di occupazione. La cosiddetta fuga dei cervelli che ha segnato negli anni addietro i paesi in via di sviluppo è un fenomeno che sempre più di frequente sta caratterizzando anche l’ Italia. Lo studio, l’ impegno, la passione e la laurea non sono bastati. Una volta ottenuto il fatidico “pezzo di carta” (che un tempo era il diploma mentre oggi è la laurea) le porte del mondo del lavoro continuano a restare chiuse. Ma allora cosa serve davvero a questi giovani per potersi impiegare? Si sente spesso ripetere che la preparazione universitaria è troppo teorica. Ebbene una soluzione sono i corsi di orientamento, forme di apprendistato che le aziende organizzano per colmare il divario tra il sapere universitario e il mondo del lavoro. Non è un caso che i paesi le cui aziende operano in tal senso registrano un tasso di disoccupazione giovanile nettamente inferiore al nostro. Secondo i dati dell’ Eurostat l’ Austria con il 4,8% detiene il tasso di disoccupazione giovanile più basso in Europa seguita dalla Germania con 5,3% mentre Grecia e Spagna detengono il primato inverso con tassi rispettivamente del 62,9% e 56,1%. Resta invece stabile per il quarto mese consecutivo il tasso di disoccupazione dell’ Eurozona fermo al 12,1%. Insomma tra i giovani c’ è scoramento e scetticismo circa l’ opportunità di potersi finalmente realizzare attraverso il lavoro per il quale hanno studiato. Esiste nel nostro paese un’ imponente forza lavoro qualificata intrappolata in forme di occupazione precaria non congrue al livello degli studi intrapresi. Pur di non restare a casa senza alcun tipo di occupazione i giovani accettano anche lavori part-time che esulano completamente dal tipo di mestiere per cui hanno studiato. Non bisogna dimenticare che le nuove generazioni rappresentano l’ Italia del domani e l’ integrazione dei giovani nel mercato del lavoro è premessa imprescindibile di un paese economicamente avanzato.
Simona Rotondi
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