Il Papa dice che è una vergogna, l’Europa inorridisce davanti ai corpi delle vittime ma i politici restano fermi alle mere dichiarazioni di intenzioni. In una vignetta di qualche tempo fa veniva raffigurata la gioia dei naufraghi nel vedere le coste delle isole della salvezza, ma quando un naufrago esclamava: “evviva l’Europa” veniva subito corretto “no, quando si tratta di noi è solo Italia”. L’Italia, con portavoce il vice premier Angelino Alfano, chiede all’UE un impegno maggiore sia nel rafforzamento delle frontiere sia nel salvataggio delle vite umane che a flotte sbarcano sulle isole italiane. Il commissario degli interni Cecilia Malmström ha affermato di aver preparato piani concreti per la dislocazione degli immigrati nel Mediterraneo e soprattutto di aver chiesto ai 28 Stati europei aiuti considerevoli per la realizzazione di detti piani di spostamento. Quello su cui si sta lavorando è una missione di rilevamento e recupero degli immigrati dalle coste di Cipro a quelle della Spagna, tale organizzazione dovrebbe risolvere il problema degli spostamenti di massa del popolo africano. Ma di azioni reali ancora niente. A chi chiede un impegno tangibile e operazioni certe la risposta è sempre la stessa, ovvero che la Commissione europea ha formulato la proposta e ora si aspetta il vaglio positivo della Frontex, la agenzia europea per il controllo delle frontiere. Ma come si può restare impassibili di fronte a decine di bambini morti? Come si può far finta di niente ascoltando storie come quella di Haben, uno dei tanti eritrei che per arrivare a vedere il mare ha impiegato un anno e racconta quante torture lui e quelli come lui hanno dovuto sopportare per fuggire da un continente che o ti piega o ti spezza?. L’UE sembra incapace di concretizzare un piano di aiuti efficace. Se da un lato gli Stati membri cercano di attenuare il dramma degli immigrati che periscono in quantità crescente, dall’altro aumenta drasticamente l’attenzione sulle persone senza documenti ( i sin papeles). Si parla di pressione migratoria e sono tanti gli Stati che negli ultimi anni hanno approvato leggi restrittive per frenare le entrate degli irregolari. La Spagna, per esempio, ora concede difficilmente il NIE (numero di identità dello straniero), essenziale per svolgere qualsiasi attività lavorativa,anche ai cittadini europei, figurarsi gli extracomunitari! Assistiamo ad processo di chiusura anziché una condotta solidale nei confronti delle popolazioni in difficoltà. Il dato più raccapricciante riguarda la legislazione italiana che criminalizza non solo gli immigrati ma anche chi gli presta ausilio (la famosa legge Bossi-Fini). Insieme all’Italia sono 15 gli Stati dove chi da ospitalità e aiuto agli immigrati è punito con multe e con la reclusione: Francia, Germania, Regno Unito, Olanda, Finlandia, Danimarca, Svezia, Repubblica Ceca, Cipro, Estonia, Grecia, Lituania, Malta e Romania. Rimane davvero ben poco spazio per chiunque. Il problema esiste è grande e difficile da risolvere, ma è di tutti e se a Lussemburgo si parla di aiuti e risorse per le popolazioni in difficoltà le legislazioni dei singoli Stati fanno forte contrasto con questa politica di unità e sostegno. Intanto l’unica realtà è quella disegnata dai bambini nelle suole elementari di Lampedusa che raffigurano mani sventolanti.
Annalisa Pellegrino |
|
|
|
COMMENTA L'ARTICOLO |
|