La Spagna torna indietro di 30 anni. Dopo le tante lotte per il diritto all’aborto e dopo che alla fine del XX sec. l’aborto è diventato una pratica autorizzata per legge in buona parte del mondo occidentale il governo spagnolo ha approvato la legge più restrittiva, tra i paesi democratici, in materia di aborto. Questa legge è stata concepita dal ministro di giustizia Alberto Ruiz Gallardon e prevede la soppressione del diritto ad interrompere la gravidanza entro le prime 14 settimane. Diritto che in Spagna esiste solo dal 2010 e che tornerà a essere penalizzato come delitto così come prevedeva la legge del 1985. I motivi per i quali sarà possibile sospendere la gravidanza si riducono e diventa sempre più difficile la dimostrazione di questi presupposti. Saranno solo due i casi in cui sarà ammesso abortire : stupro e pericolo grave per la vita o la salute psico-fisica della donna. A decidere su questi unici casi saranno i soli medici i quali dovranno giustificare le loro decisioni con procedimenti lunghi e dettagliati. Inoltre la presenza di malformazioni fetali gravi non sarà motivo di aborto e verrà preso in considerazione solo l’effetto psicologico che può avere la donna in gravidanza. La nuova normativa si chiamerà Legge di protezione della vita del concepito e dei diritti delle donne incinte e viene mascherata come uno strumento legittimo di difesa verso i più deboli. Se da una parte gli anti-abortisti festeggiano sono tanti coloro che hanno mostrato disapprovazione verso la nuova legge la quale porterà secondo opinioni maggioritarie ad un numero elevatissimo di morti per aborti realizzati clandestinamente. Secondo le statistiche nel 2011 si sono effettuati 118.359 aborti e sicuramente questa legge approvata dal governo conservatore di Rajoy rappresenta un grande passo indietro per la Spagna nel campo delle libertà femminili. “Avere un figlio è una scelta non un obbligo” questo il grido delle donne e degli uomini spagnoli che vedono nell’aborto la libertà più emblematica delle donne, in quanto rappresentante del diritto a decidere sul proprio corpo. Dovendo passare sotto il vaglio parlamentare la legge non verrà applicata prima di un anno ma in caso di vaglio positivo sarà immediata la sua applicazione. 

Annalisa Pellegrino

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