Alcuni mesi fa è stata finalmente approvata una legge che pone le basi per un diverso sviluppo della ricerca scientifica in Italia e nei ventisette paesi membri della comunità europea. L’ 11 marzo è entrato in vigore il divieto di sperimentazione animale: non si potranno più allevare animali destinati alla sperimentazione e importare cosmetici contenenti ingredienti provenienti dalla loro uccisione. A questa sperimentazione è più volte associato il termine vivisezione per il fatto che questi poveri animali vengono sottoposti ad esperimenti invasivi e dolorosi (quasi sempre senza neanche anestesia ) che nella maggior parte dei casi li conduce alla morte. Una catena straziante di atrocità senza senso che, si spera, sia stata finalmente interrotta. Basti pensare che nel periodo precedente all'approvazione di questa legge per verificare la possibile irritazione cutanea di un prodotto cosmetico i coniglietti da laboratorio venivano sottoposti a forzate iniezioni oculari, e non parliamo neanche di ricerca scientifica! O ancora, i ricercatori dell’ Università di San Francisco avevano somministrato a topi sostanze allucinogene per studiare lo stress post-traumatico. Inoltre non tutti sanno che una volta usciti dai centri di ricerca alla fase riabilitativa arriva solo il 7-8% degli animali da laboratorio: il 30% verrebbe soppresso a causa degli effetti collaterali della sperimentazione che non consentirebbero all'animale di condurre una vita sana mentre oltre il 60% non sopravvive alla fine della sperimentazione. La lunga lista di atrocità commesse a danno degli animali sarebbe immensa, l’ importante è ora sensibilizzare sulla questione l’ opinione pubblica e non chiudere gli occhi dinanzi a tanta crudeltà ingiustificata. Ebbene si, perché in gioco non c’ è solo la vita di milioni di animali ma anche la nostra salute. In tanti sostengono che la sperimentazione animale sia un “male necessario” perché consente di prevedere in anticipo possibili effetti collaterali dei farmaci prima che vengano immessi sul mercato. Ma queste considerazioni sono errate: in primo luogo perché fuorvianti e in secondo luogo perché esistono metodi alternativi. Nessuna specie vivente può essere un modello fedele di riferimento per le altre specie ( e per l’ uomo) per le innumerevoli differenze genetiche, psichiche, biologiche ecc…. che le contraddistingue. Per quanta somiglianza genetica possa esserci tra l’ uomo e la cavia da laboratorio in questione gli esiti della sperimentazione non saranno mai attendibili fin quando il farmaco non sarà assunto dall'uomo stesso: da qui si intuisce l’ inefficacia e dunque l’ inutilità della sperimentazione animale. Inoltre grazie ad una tecnologia all'avanguardia sono stati messi a punto nuovi metodi sostitutivi in grado di dare maggiori e più efficaci risultati quali ad esempio: coltura di cellule umane, simulazioni al computer, analisi chimiche ecc… Proprio per il fatto che esistono soluzioni alternative al sacrificio di animali innocenti il 70% della ricerca biomedica non fa uso di animali. In diversi settori già prima della legge dell’ 11 marzo non venivano adoperati gli animali nella fase di sperimentazione come ad esempio verifiche igienico-sanitarie su alimenti, esercitazioni a scopo didattico, test di gravidanza, test per verificare la contaminazione batterica. Ma allora viene spontaneo domandarsi: se esistono metodi alternativi alla vivisezione, perché tanta insistenza sulla sperimentazione animale? La risposta è semplice: i soldi. La vivisezione costituisce la giustificazione di base di un enorme giro d’ affari. Fornisce difesa legale alle industrie farmaceutiche nel momento in cui la clientela risente di effetti collaterali indesiderati dopo l’ assunzione di un farmaco. Se il prodotto è stato testato sugli animali e risultato sicuro la casa farmaceutica non ha alcuna responsabilità sull'accaduto. Molti ricercatori hanno affermato che con questi provvedimenti si ostacolano i progressi scientifici e si salvaguardano gli animali a danno degli uomini. Non si tratta di scegliere tra animali e persone ma tra una ricerca innovativa scientificamente efficace (perché tarata sulle cellule umane) ed etica o una ricerca scientificamente inattendibile (perché condotta sugli animali) e moralmente riprovevole. Si al progresso della scienza ma etico e senza crudeltà, no alla vivisezione.
Simona Rotondi |
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