Confermato il licenziamento per la ballerina del Teatro alla Scala di Milano Mariafrancesca Garritano, alias Marygarret, dopo che il Tribunale del lavoro decide di bocciare il ricorso presentato ormai due anni fa e supportando come valida la decisione di tenere lontano dal teatro la ballerina che aveva osato confessare al giornale inglese "The Observer" i misfatti interni al mondo della danza e soprattutto del balletto classico. Quanto aveva dichiarato era raccolto minuziosamente nel suo libro «La verità, vi prego, sulla danza» in cui scriveva senza più veli la spietata realtà che circonda e avviluppa chi, come lei, studia e lavora nella danza affrontando ogni giorni sacrifici al limite della sopportazione. «Non ho mai voluto attaccare il teatro che mi ha dato tutto — si difende Marygarret - le mie parole si riferivano a un problema che riguarda il mondo della danza in generale», ma questa giustificazione non è stata considerata sufficiente alla luce del fatto che avrebbe intaccato in modo irreversibile i rapporti lavorativi basati sulla fiducia e il reciproco rispetto e ancor di più l'immagine dello staff scaligero.
Oggi sente di essere il capro espiatorio di una situazione molto più grande e sconosciuta ai più ed è consapevole di essere un deterrente per quanti pensano di poter svelare i retroscena agghiaccianti di un mondo che deve necessariamente rimanere segreto.
Ritmi lavorativi insostenibili, concorrenza sleale e più di tutto diete al limite dell'umano che sfociano, troppo spesso, in casi di anoressia. Proprio quest'ultimo argomento ha fatto esplodere la bomba mediatica rimbalzando dai giornali ai web magazine fino ai programmi televisivi sfociando nel licenziamento "punitivo".
Marygarret è però decisa a fare luce su quanto descritto nel suo libro e ad andare avanti per vie legali ricorrendo in appello: «È finito il tempo dell’attesa, è tempo di verità e intendo andare fino in fondo perché ho perso il mio lavoro, ma non certo la mia dignità».
Chi conosce il mondo della danza da dentro sa bene che la Garritano non mente e sa pure che certe verità sono da sempre tenute nascoste perché scomode, infatti ammettere le pressioni sui danzatori vorrebbe dire combattere ogni giorno con le loro famiglie, perché in molti casi si tratta di minorenni affidati alle mani di maestri ritenuti all'altezza di garantire la salute mentale e fisica di un giovane nel mezzo dell'età dello sviluppo psico-fisico.
Ben venga la verità con tutti i rischi che comporta nella speranza che la battaglia di Marygarret accenda una luce nel buio del palcoscenico.
Manuela Barbato |
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