Una bambinaia danese in sovrappeso non riusciva ad allacciare i lacci delle scarpe dei bambini che accudiva. La danese Karsten Kaloft pesava 158 kg quando é stata licenziata dal consiglio del Billund Kommune, un'asilo pubblico danese. Il consiglio ha giustificato la sua decisione dichiarando la bambinaia inidonea a svolgere le sue mansioni abituali, tanto da chiedere aiuto ai suoi colleghi per allacciare le scarpe dei bambini. La Kaloft ha subito fatto ricorso alla Corte Danese la quale dichiarando di non essere idonea a decidere sul caso, ha passato la questione di discriminazione alla Corte di Giustizia di Lussemburgo. Se la Corte di Giustizia decidesse per decretare l'obesità come forma di disabilitá gli avvocati della Sig.ra Kaloft avrebbero materiale sufficiente per fare reintegrare l'assistita nel suo vecchio posto di lavoro e chiedere per lei un trattamento specifico. La Corte attualmente é impegnata a ricercare e analizzare tutti i precedenti giudiziari inerenti al caso per decidere in primis sulle cause di discriminazione e in secondo luogo sulla questione inerente alla definizione dell' obesità come una clausola particolare nel mercato del lavoro. Il capo dell'ufficio discriminazione delle imprese Eversheds afferma che una dichiarazione positiva dell'obesità come forma di disabilitá da parte della Corte di giustizia avrebbe un fortissimo impatto nel mondo del lavoro e sopratutto in Inghilterra dove il 64% degli adulti é classificato in sovrappeso. "La legge sulla discriminazione, dell'atto igualitario del 2010, deve essere interpretata come garante delle condizioni mentali e psicofisiche delle persone affette da obesità, per questo fino ad ora si era negata la disabilità dell'obesità". Il caso della Kaloft riapre le discussioni sulla necessità di modifiche apposite degli spazi e degli ambienti di lavoro per le persone con problemi simili e richiama i molti casi di licenziamento, sopratutto negli Stati Uniti, per motivi di sovrappeso che spesso restano impuniti.
Annalisa Pellegrino |
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