A pochi giorni dalla giornata internazionale contro l'eliminazione della violenza sulle donne come un pugno in pieno viso si manifesta chiaramente la consapevolezza che ancora tanto c'è da fare per arginare il problema. La polizia di New Delhi ha consegnato all’Alta Corte della capitale un rapporto contenente le statistiche relative agli episodi di stupro denunciati alle autorità nei primi dieci mesi di quest'anno. Da gennaio ad ottobre 2014, infatti, a New Delhi si sono registrati ben 1704 casi di violenza sessuale dove, in larghissima maggioranza, il violentatore era una persona conosciuta dalla vittima. In 215 casi (circa il 13%) il colpevole è un uomo appartenente alla cerchia famigliare della vittima: 43 volte il padre, 27 il fratello, 23 il padre adottivo. Allargando sempre di più il raggio delle ricerche vanno ad includersi nella lista dei violentatori nonni, zii, cognati, suoceri, cugini, professori, tutori, guru, fino ad arrivare agli amici, colpevoli in 642 casi. I dati mostrano che le violenze sessuali a New Delhi sono un fenomeno largamente domestico e non dovuto in maggioranza alla moltitudine di immigrati interni provenienti dalle campagne. I provvedimenti intrapresi infatti (quali ad esempio il divieto dei vetri oscurati sugli autobus, presenza di telecamere in alcune zone della città, aumento delle pattuglie) sono atti a migliorare il pericolo di agguato in strada (che ha un'incidenza minima sul totale degli stupri commessi) e non a proteggere le donne dalla cerchia di persone a loro note. Ma l'allarme stupro in questa città non è cosa nuova: nel 2013 le violenze sessuali denunciate alle forze dell’ordine avevano raggiunto la cifra record di 1441 e nel giro di un anno se ne sono aggiunte oltre 250 nonostante le nuove leggi introdotte in materia di crimini sessuali. Ciò conferma che, oltre alle leggi, deve radicalmente cambiare l’attitudine patriarcale nei confronti delle donne e al tempo stesso, il governo indiano deve realizzare un piano di aiuti economici e sociali per le vittime di abusi sessuali. Va comunque detto che un aumento delle denunce non comporta necessariamente un aumento dei crimini commessi bensì un aumento dei crimini denunciati alla polizia. Un grande passo avanti in una società dominata da un'assoluta omertà in merito alla violenza sulle donne, che adesso più che in passato trovano il coraggio di denunciare. Ma in India, denunciare una violenza sessuale domestica non è mai cosa facile: la stragrande maggioranza delle donne dopo il matrimonio si reca a vivere in casa con i suoceri pertanto, anche nel caso in cui la donna trovi la forza di denunciare il marito e il tribunale lo allontani, la vittima rimane comunque esposta alla vendetta dei familiari acquisiti. Nel caso invece che sia lei ad andarsene, superando la paura dello stigma sociale per l’ abbandono del tetto coniugale tornando a quello d’origine, si trova spesso esposta al biasimo della propria famiglia, perché la violenza domestica continua ad essere considerata un affare privato, da non denunciarsi in pubblico in quanto, paradossalmente, discredita e arreca disonore alla vittima e alla sua famiglia. Si tratta dunque di un risultato che lascia ben sperare per il futuro di un paese in cui le donne vengono discriminate in tutti i settori della società e sono vittime di una violenza radicata, ideologica ancor prima che fisica e sessuale.
Simona Rotondi
28/11/2014
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