Google è il pilastro tra i motori di ricerca. Dalla sua nascita rappresenta la principale via di accesso ad internet e all’informazione. Anno dopo anno il ricercatore di Google ha affinato i sue mezzi, arricchito la grafica e soddisfatto i propri usurai con link e referenze ma anche con foto, immagini e mappe dirette. Attestata la grande importanza di Google come finestra sul mondo non sono mancate le critiche. Le principali riguardano le norme sulle privacy, sul copyright e su come Google mette a disposizione le sue notizie. In alcuni dei servizi forniti da Google infatti non viene rispettato il diritto d’autore, questa l’ opinione degli artefici della nuova legge sulla proprietà intellettuale in Spagna, la quale, una settimana fa, ha chiuso totalmente le porte a Google News. Navigando infatti sul sito Google News.es si viene rimandati alle istruzioni su come trovare le relative notizie sui corrispondenti giornali spagnoli o su come navigare in Google News di altri Paesi. La ragione della chiusura è il rifiuto, da parte di Google, di pagare la cosiddetta «compensación equitativa» ovvero un indennizzo con carattere “obbligatorio” per gli editori e per l’uso delle notizie degli autori. A sua difesa Google dichiara che le notizie utilizzate dal News non usano i contenuti degli editori “questi possono liberamente decidere se stare o meno nella piattaforma e inoltre in qualsiasi momento possono decidere quali contenuti indicizzare e quali escludere attraverso il robot: robot.txt". La riforma sulla legge di protezione intellettuale fu approvata il passato Ottobre con il si del solo PP e prevede, dal 2015, una tassa obligatoria per tutti gli aggreganti di notizie e i riproduttori di informazione mettendo alle strette non tanto il colosso Google che velocemente ha voltato le spalle alla penisola iberica ma anche tutti quelli che creano usando materiale preso dal web. Il famigerato ministro della Cultura José Ignacio Wert, responsabile della legge, afferma che la decisione di Google di chiudere Google News Spagna è stata troppo frettolosa, visto che come dichiara “la somma dell’indennizzo non è stata ancora fissata”, ma per la Compagnia il no è irrevocabile. Lo sdegno dei poveri spagnoli che si vedono per l’ennesima volta privare di un diritto all’informazione è palpabile, senza contare i commenti di tutti quelli che conoscono il vero funzionamento di Google News e che non mancano di sottolineare come solo la Spagna possa rimanere fuori dall’aggregatore di notizie.
Annalisa Pellegrino |