Erano diventati il simbolo della crisi, migliaia di insegne tappezzavano tutte le città d’Italia e i negozi sbucavano come funghi. Adesso molti compro oro chiudono i battenti a causa della stessa crisi economica che li ha generati. Un vero e proprio boom, un fenomeno diffusosi rapidamente su scala nazionale che ha ridisegnato i volti di intere città. Il costo della vita aumenta e i soldi non bastano mai. Dovendo comunque far fronte alle spese di tutti i giorni e ai pagamenti di tasse e bollette, in molti hanno deciso di riaprire le casseforti e di disfarsi dei vecchi preziosi che venivano pagati svariati euro ogni singolo grammo. Ecco dunque che vecchi ciondoli, anelli, catenine o qualsiasi altro monile in oro, magari ricevuto in regalo decenni prima al battesimo, alla comunione o alla cresima e mai utilizzati, diventano un utile sostegno per arrivare a fine mese. Si è passati dalle 40 tonnellate del 2008 alle 193,7 del 2012: un aumento del 385% per un valore che, seguendo anche la curva ascendente del prezzo dell’oro nello stesso periodo, è passato da 751 milioni a 7.827 milioni di euro del 2012 registrando un incremento del 942%. In base ai dati Eurispes 2013 riportati da Unioncamere lo scorso anno il 28% degli italiani ha ceduto almeno un monile ai Compro Oro: circa 17 milioni di persone. La richiesta imponente sul mercato ha trainato l’offerta e alimentato il giro d’affari fino a che non si è giunti al crollo della domanda. In molti sono stati costretti a chiudere e ad oggi quasi il 30% dei compro oro ha abbassato la saracinesca. I dati forniti da Antico (Associazione nazionale tutela i compro oro) indicano una drastica diminuzione del numero degli esercenti che a inizio 2013 erano circa 35mila (gioiellerie incluse) e oggi sono circa 23mila su tutto il territorio nazionale. A questo si affianca anche una diminuzione del fatturato medio, che nel periodo del boom, ossia tra il 2011 e il 2012, raggiungeva anche 550-600mila euro l'anno, adesso si parla di un volume d'affari tra le 250 e le 300mila euro. Questo brusco e improvviso arresto è da alcuni percepito come una crisi del fenomeno mentre i più ottimisti lo considerano un semplice assestamento del tutto prevedibile e naturale dopo un boom di tali proporzioni. Fatto sta che la quotazione dell’oro è crollata e chi aveva da vendere ha venduto tutto; così la crisi ha investito anche chi con essa si è arricchito.
Simona Rotondi |
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