Jordan Romero, a soli 13 anni, è stato artefice di una impresa straordinaria, arrivare sulla vetta dell’Everest. 8848 metri di altezza che si affacciano su Cina e il Nepal, eretto sulla catena dell’Himalaya, l’Everest è la cima più alta del mondo. Da sempre, la vetta dell’Everest, è stata obiettivo vitale di esperti scalatori ed esploratori. I repentini cambiamenti atmosferici, i mali di altitudine e la mancanza di ossigeno, fanno della estremità dell’Everest una meta tanto ambita quanto difficile da raggiungere. Tra i venti forti e le improvvise valanghe, gli scalatori sono spesso costretti ad affrontare l’impresa con bombole di ossigeno e in molti hanno perso la vita. Georgy Mallory e Andrew Irvine,i primi ,che nel 1924 hanno intrapreso l’ardua scalata scomparvero nel tentativo di raggiungere il punto più alto del monte e solo nel 1953 la spedizione “ginevrina”, condotta da Edmund Hillary riuscì nell’intento. L’annuncio fatto da Tylor Armstrong pochi giorni fa, ha suscitato scalpore e paura. Un bambino di soli 9 anni ha annunciato di scalare l’Everest per celebrare il suo decimo compleanno. “L’emozione di scalare l’Everest è senza prezzo. Il contatto con la natura, il ritrovare se stessi, pensare alla vita, alla morte, nel luogo più isolato al mondo è qualche cosa che rimane dentro per sempre” dice Hillary. Questo quello che spinge a scalare l’Everest. Nel corso di questa avventura, molti si avvalgono dell’aiuto di una popolazione delle montagne del Nepal, gli Sherpa. Famosi per la loro resistenza e il loro mite comportamento, vivono da sempre a queste alture e hanno il vantaggio di mostrare meno anni di quelli che hanno e di conoscere alla perfezione la magica montagna. Ma la estrema altitudine rende sempre imprevedibile il cambiamento del tempo e questo rende ogni scalata sull’Everest un punto interrogativo anche per i più pratici dell’area. La scalata all’Everest per molti è un ossessione ed è proprio questa che porta alla morte dei più avidi e anche dei giovani Sherpa che per poche manciate di dollari rischiano la vita accompagnando turisti alla ricerca di avventura. L’Everest non è un parco giochi e chi lo vive con questo spirito viene severamente punito. Gli Sherpa insegnano ad avere rispetto per il mondo che ci circonda ma spesso l’ingordigia umana dimentica i buoni insegnamenti.
Annalisa Pellegrino |
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