Un tempo si pensava che l'essere umano potesse comunicare attraverso il pensiero. Con il passare del tempo e lo svilupparsi della società questa facoltà probabilmente é andata perduta ma sono in molti a credere che questa sia ancora una ipotesi realizzabile.
Nonostante la possibile perdita di questo "sesto senso", di tanto in tanto, ci sentiamo strettamente in contatto con delle persone, tanto da pensare che queste ci possano effettivamente leggere il pensiero.
Nel 2009 sul The Guardian si leggeva la frase "The brain scan that can read people's intentions" (lo scanner del cervello può leggere le intenzioni della gente) e nel 2010 in Italia arrivò la notizia di uno vero e proprio scanner celebrale firmato Hitachi. Ovviamente tutte queste nuove invenzioni non poso non interessare Stati e sopratutto eserciti che da tempo finanziano progetti come Rapair, finanziato con più di 14 milioni di dollari da Darpa, l'ente militare statunitense.
Ebbene, ora, un gruppo di studiosi, neuro scientifici, é riuscito ad usare internet come mezzo di trasmissione del pensiero. Mediante la lettura dell'attività celebrale di un soggetto e la iniezione della stessa attività celebrale in un altra persona, hanno trasmesso un pensiero fino a 8.000 chilometri di distanza, sfruttando le vie di comunicazioni esistenti.
L'esperimento prevedeva quattro persone, dai 28 ai 50 anni e un computer. Ad uno dei quattro volontari sono stati applicati degli elettrodi impiantati nel cuoio capelluto capaci di comprendere l'azione del pensare. Il computer è in grado di interpretare questi segnali, tradurli e inviarli agli altri volontari sparsi per il mondo, in questo caso in Francia e in India, i quali avevano il compito di ricevere il messaggio celebrale del primo volontario e comprenderlo. I soggetti partecipanti hanno percepito questi segnali come lampi di luce recepiti poi dalle macchine e tradotti nel messaggio passato.
Con questo meccanismo gli scienziati sono riusciti a trasmette correttamente le parole "ciao" e "addio" e l' aver trasmesso il messaggio ad una distanza considerevole lascia aperta la possibilità di una futura comunicazione da cervello a cervello.
La possibilità di poter comunicare senza il bisogno di parlare o di scrivere è una motivazione sufficiente per andare avanti con le sperimentazioni e forse un giorno ci ritroveremo super controllati e sorvegliati proprio come in Minority Report, finendo per essere accusati o giudicati solo per le nostre intenzioni o per i nostri pensieri.
Annalisa Pellegrino |