Roma: quarantacinquenne gambizzato per aver cercato di difendere l'appartamento popolare che gli spettava di diritto. È successo intorno alle 17:00 di ieri pomeriggio, nel quartiere Tor Bella Monaca di Roma, al secondo piano di un palazzo di via dell’Archeologia. Rientrato a casa con il figlio ha trovato la serratura forzata e due donne di origine araba all'interno. Le parole dell'uomo non sono bastate ad allontanarle e allora le coinquiline per cacciarlo hanno chiamato un amico che ha prima sparato contro l’uomo e poi ferito figlio di sedici anni alla testa, colpendolo con il calcio della pistola. Padre e figlio sono stati soccorsi e portati al policlinico Tor Vergata e non sono in pericolo di vita. Testimoni hanno visto un uomo fuggire, ora ricercato dalla polizia, che ha già elaborato un identikit; epilogo analogo anche per le due donne scappate prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, prontamente avvertite dai vicini. Questa vicenda finita con spargimento di sangue è solo una dei tanti casi di abusivismo delle case popolari che ricorrono nel nostro paese. Dal nord al sud dell'Italia, passando per il centro, nessuna regione si salva. Milano per esempio è negli ultimi mesi alle prese con un’ondata di occupazioni abusive che non sembra arrestarsi. L’ultimo tentativo è avvenuto l’11 novembre quando una donna egiziana incinta si è intrufolata in un appartamento popolare. Fortunatamente dopo poche ore gli ispettori dell’ente che si occupa della gestione degli alloggi popolari hanno convinto la ragazza ad uscire. Ma i casi che finiscono bene non sono la maggioranza: sempre a Milano dall'inizio del 2014 (secondo quanto riportato dal Corriere della Sera) si contano 1.278 occupazioni abusive: 732 sono riuscite, 546 sono state sventate. Solo a settembre sono state 78 mentre 39 tentativi sono andati a vuoto e gli sgomberi in flagranza sono stati 23. Un problema enorme causa di una gran turbolenza sociale che spesso degenera nell'illegalità. Esistono infatti gruppi di solidarietà sociale che, oltre a proporre iniziative per la qualificazione del quartiere, danno un aiuto alle famiglie senza casa e si oppongono agli sgomberi. Il quadro della situazione è il seguente: alloggi sfitti; graduatorie infinite; famiglie da anni in attesa di un tetto che alla fine, presi dalla disperazione, scelgono di occupare; inquilini regolari esasperati dagli abusivi; sgomberi e scontri per evitare gli sfratti; politica inerme e malavita attivissima. Proprio così, perché se per i diseredati le case popolari sono l’ultima spiaggia, per la malavita costituiscono un'ottima fonte di business. Appare ormai chiaro che in realtà chi occupa è solo l’ultimo tassello di una catena di problemi che ha il suo inizio con la politica, con la cattiva gestione del problema dell'assegnazione delle case popolari. E allora la domanda sorge spontanea: perché gli alloggi pubblici sfitti, che in Italia sono quarantamila, non vengono prontamente assegnati dallo stato invece di restare vuoti tanto a lungo, dando così adito ad appropriazioni indebite?
Simona Rotondi
14/11/2014
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