L'Africa, un continente tanto grande quanto sfortunato. L'ultimo atto, oltraggioso e straziante, vede il rapimento di 200 bambine nigeriane da parte degli islamisti Boko Heram. Questo gruppo di estremisti ha rivendicato il rapimento delle ragazzine, con un eta' compresa tra i 9 e i 16 anni, esprimendo la loro contrarietà' al fatto che questa bambine vadano a scuola invece di sposarsi e mettere in piedi una famiglia. Il leader dei Boko Haram ha infatti ribadito che le ragazze saranno vendute al mercato delle mogli al confine tra Ciad, Nigeria e Camerun. Le critiche al presidente Nigeriano e agli stati africani per non aver reagito rapidamente al rapimento, cadono davanti all'ammissione dello stesso dell'impossibilita' di poter fare qualche cosa. " Ho offerto una taglia di 500 milioni di naira (300mila dollari) per chiunque ci aiutera' a trovare le ragazze, ma non abbiamo altri mezzi" dice il presidente Goodluck Jonathan il quale ha fatto appello al presidente Obama e a tutti i Stati per impedire il continuo abuso delle donne in Nigeria e sul territorio africano. Il presidente degli Stati Uniti ha predisposto l'invio di agenti dell' Fbi e di agenti speciali per il ritrovamento delle ragazze come anche la Gran Bretagna e la Francia. E' partito l'appello di tutto, la richiesta di non restare in silenzio davanti a questo ennesimo atto di violenza. A parlare Malala Yousafzay, la ragazza pakistana sopravvissuta alla sparatoria dei Talibani che ha dato il via alla campagna Bring back our girls fortemente apprezzata dagli utenti di tutto il mondo e da numerose celebrità, come Michell Obama, che hanno appoggiato la causa mediante foto, striscioni e appelli. L' Onu addita questo atto come crimine all'umanità' , ma e' difficile pensare che questa condanna possa fermare un gruppo di fanatici esalatati come quelli di Boko Haram. Mentre si ribadisce quanto la schiavitù' sia assolutamente vietata dal diritto internazionale nessuno in Nigeria si sente al sicuro, gli studenti e le studentesse vivono nella paura e la cosa più' assurda e' quanto questa situazione sia da anni nota a tutti e solo ora, in uno dei tanti casi di emergenza, ci si mobilita pensando di poter risolvere un problema che affonda le sue radici in ragioni religiose cosi' profonde da non poter essere discusse in tempi ragionevoli.
Annalisa Pellegrino |
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