Londra è largamente conosciuta come la città più internazionale del mondo. Si parlano più di 100 lingue, persone di etnie differenti si incrociano camminando per le strade, i vestiti vanno dalle minigonne inguinali ai burqa totalmente coprenti ei background sono tra i più eterogenei. Quello che rende Londra la città che tutti conoscono e amano è proprio la presenza di tanti immigrati che da sempre hanno portato e apportano la loro diversità. Giamaica, Bahamas, Bermuda, Brunei, Costa d’Oro, Mauritius, Seychelles e tante altre essendo state colonie inglesi hanno sempre avuto libero accesso alla tanta agognata isola inglese e ora anche l’Europa guarda prepotentemente all’Inghilterra. Ebbene l’sola sta scoppiando. In molti a preoccuparsi per il numero di persone che sbarca in territorio inglese. Il vero problema è il sistema di registro degli stranieri, ovvero l’inesistenza di un sistema efficiente per mantenere il conto degli immigrati. L’08/02/14 il ministro dell’immigrazione Mark Harper ha rassegnato le dimissioni allo scoprire che la sua addetta alle pulizie non aveva il permesso di soggiorno, un gesto esemplare che non solo non è da tutti i politici ma che fa capire la preoccupante perdita di controllo sugli stranieri in questa città. Tra la popolazione inglese la parte che più si allarma per la presenza degli immigrati è quella che percepisce il trasferimento in UK non per ragioni lavorative ma semplicemente per approfittare della generosità dello stato del benessere inglese. Per questo il governo attuale sta ideando un piano esecutivo “ to make immigration work for us” per trovare soluzioni atte a risolvere il problema della disoccupazione degli stranieri e soprattutto il lavoro nero. Si pensa per esempio al sistema adottato in Australia per ovviare alla presenza di stranieri parcheggiati in UK senza prospettive future e sempre più di frequente si parla di chiedere le frontiere a chi non abbia una valida ragione per trasferirsi in Inghilterra. Questo riguarderebbe non solo gli extra comunitari ma gli stessi europei e frequenti sono le espressioni “facciamo un viaggio in Europa” sentendo parlare un londinese che sta organizzando un weekend a Parigi.
Annalisa Pellegrino |
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