Un Paese può essere oppresso, terrorizzato, anestetizzato, ma quando il popolo viene profondamente ferito non può restare in silenzio. Il 26 settembre 43 ragazzi provenienti dalla scuola di Ayotzinapa sono misteriosamente scomparsi nella cittá di Iguala. Si erano recati nella cittá messicana di Iguala per abbracciare la protesta contro il governo messicano, la sua corruzione e la guerra dei narco trafficanti che devasta le terre messicane. Scontri, violenza, fumo. Le voci, vedono i 43 ragazzi per l'ultima volta intercettati dalla polizia; la stessa polizia municipale afferma che gli studenti tenuti in custodia sono stati poi consegnati al gruppo criminale locale, Los Guerrioros Unidos. Principali sospetti del rapimento gli enti locali e per allentare la tensione e calmare le acque, il 7 Novembre il procuratore generale Jesus Morillo Karam da una conferenza stampa dicendo che una serie di buste di plastica con resti umani sono state ritrovate a Cocula, più di 70 sospetti arrestati tra i quali alcuni componenti de Los Guerrioros Unidos e la storia finì. Questo avvenimento ha scosso la condizione messicana che da sempre tace la convivenza con la paura e la violenza. In Messico tutto é lecito, seppellire cadaveri in fosse comuni, calcinare i corpi, milioni di ragazzi morti per cause violenti, é l'inferno in terra ed é più facile ignorare, dimenticare voltarsi dall'altra parte, ma Ayotzinapa é diventato il nome dell'orrore. Quello che accaduto a Ayotzinapa obbliga all'attenzione, il massacro rappresenta il grande potere oscuro della macchina narcotrafficante e la collaborazione tra i cartelli della droga e gli stessi enti locali, la polizia e i dirigenti statali. In Messico nessuno si da pace e il popolo inizia a muoversi. Assemblee, marce, tumulti, fino alla verità. Gli vogliono vivi, gli vogliono sani i 43 ragazzi scomparsi nel nulla. Urlano "abbasso il governo, i ministri, se ne devono andare via tutti, hasta la victoria siempre, ora si inizia. El gobierno maldito esta matando a nuestro hijos". Questo succede in Messico e in ogni città con una forte presenza di messicani. Nascono associazioni che lottano per la sola libertà della gente, per la pace. Qui a Barcellona, nel 2011, é nato il Movimento Ciutadano de Mexicanos en Barcelona (MCMB), un collettivo che lotta contro la guerra sempiterna tra i narcotrafficanti, contro il governo corrotto e per la pace. Formato dai messicani residenti in Catalunya e da chi semplicemente appoggia la causa del movimento. Questo sabato, 29 Novembre, viene convocata, dal contingente messicano, la marcia per la dignità. Viene chiamato a scendere per strada chiunque, "Todos somos Ayotzinapa" e quello che é successo e succede in Messico può succedere dovunque e non si deve dimenticare. Il potere fa la forza, l'unico modo per fare sentire la propria voce é quello di gridare tutti uniti e da Barcellona, New York e tante altre cittá ancora il grido si innalzerà forte.
Annalisa Pellegrino |