Il transessuale per metà scozzese per metà australiano, nel 1989 si sottopose ad un intervento per diventare donna, ma in poco tempo si rese conto che neanche questa trasformazione lo rendeva felice. Lui/lei voleva essere “neutro” ed era proprio questa agnizione che voleva ottenere dalla Corte australiana.
Anche se non se ne parla molto, spesso nascono bambini con un sesso indefinito e sono, poi, i chirurghi, sotto procura dei genitori, a determinarne da piccolissimi il sesso, senza aspettare un consenso da parte del bambino. La nostra società obbliga a confermarsi nelle categorie binarie maschio o femmina. Le procedure mediche, alle quali i bambini vengono sottoposti, sono tipicamente cosmetiche e raramente necessarie per il benessere della persona intersex. Dopo il secondo appello di May-Welby la Corte ha finalmente accetto la registrazione presso il NSW ( Registro delle nascite, della morte e dei matrimoni) dei "non specifici".
La commissione nazionale svizzera per l’etica e la bio medica (the Swiss National Advisory Commission on Biomedical Ethics) nel Novembre 2012 si è scusata per i trattamenti eseguiti nel passato invocando" la fine della chirurgia a scopo psicosociale", inoltre ha provveduto a imporre un rinvio dei trattamenti di chirurgia cosmetica fino a che il bambino non possa acconsentirvi.
La Germania è stato il primo Stato Europeo ad accettare la qualificazione del genere neutro per un bambino. La legge è entrata in vigore il 1 Novembre del 2013 e ha creato esplicitamente l'opzione "genere indeterminato" per i certificati di nascita.
Tra chi ipotizza la fine della civiltà occidentale e chi, invece, vede una liberazione dall'oppressione degli schemi prestabiliti, quello che resta in dubbio è se una scelta buona per il bambino possa essere la migliore per il suo futuro adolescente e adulto.
Norrie May, al momento, dichiara di essere soddisfatto del risultato ottenuto. " Sono astati anni turbolenti, ma ora sono in Wikipedia. Nella società non dovrebbero esistere le discriminazioni ed è importante che le persone abbiano uguali diritti”.
Annalisa Pellegrino