In Spagna spopola una nuova serie televisiva, attuale e cruda come solo la realtà sa fare. Trasmessa prima dai centri sociali e dalle associazioni culturali con lo scopo di insegnare e sensibilizzare è stata comprata dalle reti televisive e messa in onda nella sua totalità. La serie si intitola “Prostituciòn. Retratos de una vida en la calle (Prostituzione. Ritratti di una vita in strada) e documenta la vita della gente di strada. L’ideatore, Ruben Garcia, usa le due tecniche della fotografia e del nudo artistico per raccontare di: prostitute, “padroni della strada”, clienti e amici; lo scopo è “immortalare gli individui che condividono il mondo”. Il Luogo prescelto per le riprese della serie è El Puche, un quartiere in Almeria, al sud della Spagna, dove Garcia è nato e cresciuto. El Puche è un quartiere povero, dove convivono persone di etnie diverse e che descrive perfettamente la realtà dei tanti immigrati in Spagna. Poco lavoro, tanta delinquenza e le fabbriche industriali abbandonate dimora e ufficio delle tante prostitute della zona. La serie di Garcia è una denuncia, “i corpi nudi e le facce malandate sono il riflesso della cruda realtà”. La denuncia è rivolta allo Stato, lontano, assente e che non riesce a normalizzare un problema che affligge la Spagna da Sud a Nord e da Est a Ovest. In Spagna la prostituzione è permessa, è permessa ai maggiori di età e a chi non è costretto da pressioni altrui, ma è totalmente non legalizzata. Sono permessi i locali a luci rosse, i favori sessuali in cambio di denaro nei casinò e nei luoghi registrati ma non viene riconosciuto nessun diritto a chi pratica il mestiere. A guadagnare sempre gli stessi, chi ha le concessioni per i locali o chi ha forti amicizie nella politica o nell’amministrazione, ma per le prostitute nessun diritto. No alla disoccupazione, no alla pensione. Questo quello che si denuncia, questo quello per cui si combatte: il riconoscimento di diritti, una tutela piena e l’affermazione del lavoro di prostituta come lavoro autonomo, legalizzato e accettato. L’ennesima testimonianza di un maltrattamento, della noncuranza, dell’ipocrisia, Una serie che racconta un microcosmo troppo spesso dimenticato.
Annalisa Pellegrino |
|
|
|
COMMENTA L'ARTICOLO |
|