In Siria nessun diritto viene rispettato. Il Paese, nel 2010, è stato dichiarato dall’ Human Right Watch come assolutamente privo di qualsiasi diritto umano. Le autorità pubbliche sono corrotte, non esiste democrazia, tv, radio e internet sono censurati e c'e' il divieto assoluto di lasciare il Paese. La chiamata alle armi e' obbligatoria, le donne valgono meno di zero e se qualcuno cerca di opporsi è severamente punito. Per la Siria il conflitto è iniziato nel 2011, sulla scia delle primavere arabe, e non si è più fermato. La sua posizione geografica e il suo andamento religioso fanno della Siria un Paese amato e odiato dagli Stati vicini. Nella terribile guerra civile siriana il governo è fortemente appoggiato dall’ Iran e dell'Iraq, paesi a maggioranza sciita che mirano a creare una macro regione dal punto di vista religioso. I ribelli sono invece sostenuti dalla Turchia e dai Paesi a maggioranza sunnita, che mirano invece a contrastare l'espansione sciita. Inoltre nell'ambito dei diritti umani si è creata una spaccatura tra Stati Uniti, Francia e Regno Unito, che sostengono l'opposizione mentre Cina e Russia appoggiano il governo siriano. Da quando la protesta si è trasformata in una vera e propria ribellione e' stata guerra senza fine. Il popolo siriano chiede libertà, pace e democrazia, ma i ribelli non sono intenzionati a fermarsi e lo Stato continua con repressione, tortura e galera. Sono passati tre anni dall'inizio della guerra civile e le vittime sono più di 150.000, per la maggior parte civili. Si lotta con le bombe fatte in casa, le "barrel bomb", con armi improvvisate e il rumore degli aerei è costante. I bambini vivono il peggio. I numeri che Save Children dichiara sono impressionanti, più di 4,4 milioni i rifugiati siriani, senza più una casa, senza famiglia e giorno dopo giorno il numero aumenta. Passa il tempo e i morti delle due fazioni si equivalgono. Gli ultimi dati dell’ Observatory for Human Rights ( SOHR) riportano l’uccisione di 37,781 membri dell’opposizione e di 58,480 tra i sostenitori del governo. In questa guerra non c’è sconfitto né vincitore, solo la sofferenza del popolo innocente. La cosa che ancor di più fa rabbrividire è che nell’ultimo report ,il mediatore per la pace siriano, vede ancora lontana la fine del conflitto.
Annalisa Pellegrino
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